La volontaria che segue gli anziani colpiti da Alzheimer: “Quando sono insieme, si ricordano dei figli, dei nipoti e della loro vita”

“Sono soprattutto i familiari degli anziani ad aver bisogno di supporto e di essere rassicurati. Se sapessero quanto stanno bene i loro cari quando sono nei nostri gruppi li porterebbero più a cuor leggero”. A parlare è Annamaria Caini, volontaria dell’Associazione Alzheimer Ravenna. Maestra d’asilo, Annamaria si è avvicinata al mondo degli anziani tre anni fa. “Ho sempre fatto volontariato – racconta – e un’amica mi chiese se ero disponibile a dare una mano nell’associazione. Devo dire che all’inizio io stessa ero molto dubbiosa e timorosa”. A convincerla è stata un incontro con la presidente di Alzheimer Ravenna, Barbara Barzanti, che le ha spiegato il tipo di attività e il modo in cui ci si rapportava con gli anziani. “Ho deciso di provare, ricordo che il primo giorno sono entrata in punta di piedi, ancora con qualche dubbio scomparso a fine giornata. Sono stati loro, gli anziani, a tirare su me!”.

Annamaria ha partecipato ad incontri formativi di gruppo (in tempi pre-covid) specifici per volontari attivi nei progetti dell’Associazione Alzheimer Ravenna tenuti ed organizzati dagli Psicologi che collaborano con l’associazione insieme alla Psicologa del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze -Distretto di Ravenna, Ausl Romagna. Dice che c’è affinità tra il lavoro con i bambini e lo stare con i partecipanti ai gruppi di riattivazione cognitivo-relazionale: “Basta un piccolo gesto, una carezza o una sciarpa sistemata al collo per vederli sorridere. Quando li metti insieme si ricordano dei figli, dei nipoti, della loro vita. Non ci si crede, quasi. Mi piacerebbe farlo sapere ai familiari: stiano tranquilli, i loro cari stanno benissimo”. 

Le attività cognitive e la ginnastica organizzate dall’Associazione Alzheimer Ravenna sono momenti fondamentali della vita nei gruppi ma anche la socialità è importante. Una socialità che la pandemia ha messo a rischio. “Noi volontari abbiamo dovuto interrompere durante i mesi del lockdown – ricorda Annamaria – temevo che non si ricordassero più di noi. Invece non solo non si erano dimenticati ma erano felici di vederci. Ormai si sono abituati anche alle nuove norme di distanziamento e sicurezza e l’attività è ripresa a pieno ritmo”.