Riattivazione motoria a domicilio

IL SERVIZIO DI ALZHEIMER RAVENNA NATO DA UN’IDEA DEI CAREGIVER

“Mia madre soffriva di Alzheimer. Quando iniziai a occuparmi di lei, una delle domande che mi ponevo era questa: come posso fare a non rompermi la schiena per spostarla dal letto alla sedia, per non farmi male e per non far male a lei?”. Quanti, fra chi assiste un familiare o un conoscente, si sono posti lo stesso problema di Patrizia Ballardini? In risposta a questa esigenza manifestata da tanti caregiver, nel 2015, Alzheimer Ravenna ha attivato il progetto di riattivazione motoria a domicilio. Patrizia, nel frattempo entrata nel direttivo dell’associazione, è stata tra le prime a sperimentarlo. 

 

Patrizia, in che cosa consiste il progetto di riattivazione motoria a domicilio?
“Il progetto prevede l’invio di una fisioterapista direttamente a casa della persona che soffre di Alzheimer per fornire un percorso di stimolazione e riattivazione motoria. L’intervento è caratterizzato da sei incontri durante i quali il fisioterapista interviene sul paziente e fornisce indicazioni pratiche ai caregiver, che devono essere preferibilmente presenti durante le sessioni”.

Com’è nato?
“E’ un progetto nato proprio su impulso dei familiari, dalle esperienze personali di alcuni membri – inclusa quella della mia famiglia – che si trovavano a gestire situazioni di decadimento avanzato dei propri cari malati di Alzheimer a casa. Abbiamo notato che gli interventi già esistenti in quel periodo erano più concentrati su situazioni di decadimento medio/lieve, e così abbiamo deciso di proporre un progetto che integrasse i servizi offerti, dedicati a situazioni con un decadimento più severo”.

Come avviene il coordinamento tra l’associazione Alzheimer Ravenna, l’Ausl della Romagna?
“Siamo consapevoli che l’Ausl offre comunque delle consulenze; il nostro obiettivo è andare a supporto degli interventi messi in atto. Il caregiver si deve infatti rivolgere al Centro Disturbi Cognitivi e Demenze, il quale contatta l’associazione Alzheimer Ravenna e indirizza i familiari verso Alzheimer Ravenna, che organizza gli incontri con una fisioterapista individuata e retribuita dall’associazione. Questa collaborazione sinergica con il Cdcd è fondamentale per garantire una copertura completa e un coordinamento efficace”.

Qual è stata la risposta dei caregiver che hanno finora usufruito del servizio?
“Nel corso degli anni, abbiamo ricevuto riscontri positivi da parte dei familiari e dei caregiver. Il servizio è stato valutato come estremamente utile ed efficace, offrendo non solo un sollievo pratico per pazienti e caregiver ma anche un’esperienza formativa di qualità”.

E la sua esperienza? Che ricordo ha di quell’esperimento che ha portato alla nascita del progetto di riattivazione motoria a domicilio? 
“Inizialmente, quando mi occupavo di mamma senza alcuna formazione specifica, avevo dubbi, soprattutto riguardo alla sua sicurezza e all’efficacia di certe azioni che le facevo fare. Mi chiedevo, ma questo movimento la farà bene? Mi trovavo di fronte a una persona malata di Alzheimer che a volte non riusciva a darmi una risposta diretta, se non espressioni facciali. Il progetto è stato fondamentale, mi ha fornito indicazioni specifiche su come affrontare determinate situazioni. È stato un sollievo per me come caregiver e ha contribuito a migliorare la qualità della vita di mia madre. Chi si trova in questa condizione è importante che sappia che c’è questo servizio”.