Caragivers a Ravenna: il progetto, le tutele e le collaborazioni fra AUSL Romagna, Comuni e associazioni
Chi è il caregiver, qual è il suo ruolo e quali tutele gli sono riconosciute? Sono domande ricorrenti che interessano chi, in un determinato periodo della propria vita, si impegna a prendersi cura di un familiare o un conoscente che ha bisogno di assistenza a domicilio. Dal 2021 il Distretto sociosanitario di Ravenna, Cervia e Russi dell’Ausl della Romagna ha avviato il “Progetto Caregiver”, che prevede servizi e sostegni forniti a coloro che volontariamente e in maniera gratuita si occupano di una persona cara o conosciuta. Il progetto, che prevede un’autocertificazione del soggetto interessato e una valutazione da parte di operatori professionali del Servizio Sociale per confermare lo “status di caregiver., Gli interventi assistenziali, educativi e di sostegno previsti dal Piano della Non Autosufficienza del Distretto di Ravenna si integrano con quanto pianificato grazie alla collaborazione con le Associazioni del territorio: fra queste A.L.I.Ce Ravenna – Lotta all’Ictus cerebrale, Alzheimer Ravenna e Ravenna Parkinson, che hanno unito le forze creando un piccolo polo della disabilità chiamato “La Cura in Rete”.
IL PROGETTO CAREGIVER
Per inquadrare il contesto normativo che regola il tema dell’assistenza a domicilio da parte dei caregiver e le novità introdotte a livello regionale e locale, abbiamo parlato con Roberta Mazzoni, direttrice del distretto socio sanitario di Ravenna, Cervia e Russi dell’Ausl Romagna. “Il nostro obiettivo principale – spiega la dottoressa Mazzoni – è arrivare a garantire il mantenimento a domicilio delle persone in condizione di non autosufficienza”. Una missione che non può quindi fare a meno del contributo di familiari, conoscenti dei pazienti e di tutte le risorse presenti nel territorio grazie al contributo del Terzo Settore.
E’ la legge regionale del 2014 a riconoscere il ruolo sociale e giuridico del caregiver attribuendogli un valore essenziale nei sistemi di welfare del Paese. La determina regionale 2318 del 2019 rappresenta un ulteriore passo avanti e prevede misure a sostegno di questa figura. “Le indicazioni regionali sono orientate ad ampliare la valutazione del piano assistenziale della persona non autosufficiente anche verso i bisogni della famiglia di riferimento e in particolare del caregiver. E’ infatti noto in letteratura che il lavoro di cura sia una condizione che può determinare una maggiore incidenza di stati patologici per il caregiver quali, alterazione del ritmo sonno/veglia, stati d’ansia, depressone legati alla fatica dovuta allo svolgimento di questa funzione”.
Nel 2021 nasce il “Progetto caregiver” nel distretto sociosanitario di Ravenna, Cervia e Russi, che istituisce delle figure di riferimento che si interfacciano con familiari e pazienti, e prevede supporti dedicati ai caregiver, offrendo formazione ma anche spazi di sollievo o di ascolto che – prosegue Mazzoni – sono finalizzati ad “alleggerire” la fatica nella funzione di cura, concedendo momenti di sostegno o tempo libero pur nella certezza che il proprio familiare sia accolto in un luogo in cui sia possibile attivare interventi assistenziali, pisoco-educativi, di riattivazione cognitiva in una condizione di sicurezza e protezione”.
AUTOCERTIFICAZIONI: REGISTRARSI COME CAREGIVER
Ma come si ottiene la certificazione che attesta il ruolo di caregiver? “La normativa – prosegue Walter Rollo, responsabile dell’Unità Organizzativa Tutela della Disabilità – prevede che lo status di caregiver debba essere autocertificato attraverso una scheda di riconoscimento che dà accesso a una serie ulteriore di interventi a supporto del progetto assistenziale. Estendendo il concetto di caregiver oltre chi ha un legame puramente parentale con il paziente, la regione Emilia Romagna ha scelto di affidare ai distretti il compito di erogare servizi, non solo contributi o voucher, come invece accade in altre regioni. E’ un’opportunità che a volte fatica ad essere colta nella cittadinanza – spiega il dirigente -, perché si pensa spesso che la legge del caregiver riguardi esclusivamente l’accesso ai contributi”.
Il percorso per accedere ai servizi è quello dell’autocertificazione attraverso uno specifico sportello (contattabile al numero 0544/482550): una scheda che dev’essere compilata dal caregiver e che specifica le caratteristiche della persona di cui ci si prende cura, valutando infine il livello di stress correlato. Le associazioni come A.L.I.Ce Ravenna – Lotta all’ictus cerebrale, Alzheimer Ravenna e Ravenna Parkinson, non possono rilasciare o raccogliere autocertificazioni, ma si fanno promotrici della diffusione della documentazione.
Una volta compilata, la modulistica dev’essere consegnata al punto d’accesso, dove un assistente sociale riceve ed esamina tutte le autocertificazioni. I casi non ancora noti vengono segnalati al Servizio sociale associato, che convoca il caregiver autocertificato per un colloquio. In questa fase vengono valutati bisogni e stress attraverso la cosiddetta scheda Zarit. Gli assistenti sociali lavorano in sinergia con psicologi di riferimento per ogni area (per esempio disabilità cognitiva, anziani…). Una volta presa in carico la situazione, viene fornita una consulenza: “Si tratta di un servizio aggiuntivo istituito dopo l’uscita della legge – precisa Rollo -, che in accordo con l’azienda sanitaria cerca di dare una risposta a bisogni di vario genere, come fisioterapia, servizio domiciliare infermieristico, oppure anche interventi diurni o formativi”.
IL PROGETTO LA CURA IN RETE
L’impegno del progetto “La Cura in Rete”, che riunisce le associazioni di Ravenna, A.L.I.Ce., Alzheimer e Parkinson, è valorizzato dal Servizio sociale associato dei Comuni di Ravenna, Cervia e Russi con un finanziamento che rientra nei Piani di zona per la salute e il benessere sociale, erogato dalla Regione e distribuito tra i comuni del Distretto. “Siamo convinti – aggiunge Roberta Serri, responsabile dell’unità organizzativa della Pianificazione socio sanitaria – che per erogare servizi integrati sia fondamentale raccogliere il know how delle associazioni. Il nostro territorio ha sviluppato una coesione sociale molto forte e vanta maturità, consapevolezza e competenza che consentono a particolari realtà associative di compartecipare con gli enti locali e con l’Ausl a livelli di progettazione molto alti”. Sono una trentina i progetti che si sono presentati al bando pubblico e che rientrano negli ambiti strategici della non autosufficienza, della disabilità e delle vecchie e nuove povertà. Tra questi, appunto, la Cura in Rete, al quale il Comune di Ravenna ha dato in gestione un immobile di via Le Corbusier 39, confiscato alla mafia e divenuto la sede operativa delle tre associazioni. “Il bando – puntualizza Serri – premia sinergie e progetti trasversali come quello di queste tre importanti associazioni del territorio”. Un altro esempio di questa logica di rete è l’attività delle Palestre della mente, che coinvolge l’associazione Alzheimer Ravenna e spazi messi a disposizione dai centri sociali e diurni: “E’ un optimum – conclude Serri – a livello di integrazione socio sanitaria”.
Contatti
Il servizio di orientamento, informazioni, aiuto e supporto a chi assiste persone malate o disabili non autosufficienti: 0544/482550 dal lunedì al venerdì dalle 11 alle 13 e giovedì pomeriggio dalle 15 alle 17.
Email: caregiver@comune.ra.it